Percorso | |
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Data | 12-17 settembre 2024 |
Categoria | **** |
Pressione più bassa | 998 hPa |
Area | Italia, Austria, Slovenia, Croazia, Slovacchia, Rep.Ceca, Moldavia, Balcani. |
Vittime | 24 |
Raffica max | 205 km/h - Snezka [CZ] |
Storm Boris è stata nominata da C.N.M.C.A. l'11 settembre 2024. Il sistema depressionario è stato chiamato anche Anett dalla Libera Università di Berlino. |
>>12 settembre - La tempesta prende forma sul Ligure.
>>13 settembre - Vortice si sposta verso il Medio Adriatico.
>>14 settembre - Vortice raggiunge la Penisola Balcanica.
>>15 settembre - Vortice persiste tra Ungheria e Romania.
>>16 settembre - Vortice va colmandosi sull'Ungheria.
Boris ha interessato una vasta aria dell'Europa centro-meridionale che comprende: l'Italia, la Penisola Balcanica, l'Ungheria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca, la Polonia meridionale, la Germania sud-orientale e l'Austria.
Il sistema ha prodotto danni e vittime per venti intensi ma sopratutto ingenti precipitazioni su vaste aree con numerose innondazioni.
La tempesta prende vigore il 12 settembre con un vasto fronte freddo che dal Mare del Nord si dirige verso la catena alpina. Il minimo depressionario si origina sul mar Ligure ed inizia a produrre abbondanti precipitazioni, anche a carattere temporalesco, sull'Italia, sulla Slovenia, sull'Austria e lungo le coste adriatiche dei Balcani.
Mentre sulle coste meridionali della Francia i venti sfociano con raffiche tra 100 e 150 km/h, grosse mareggiate interessano le coste della Liguria.
Sistemi temporaleschi stazionano tra Friuli-Venezia-Giulia e Slovenia dove a fine giornata si registrano dai 100 mm ai 150 mm con punte di 170-190 mm tra Musi e Uccea.
Piogge consistenti anche in alcune zone dell'Austria.
Allagamenti sono segnalati a Trieste per esondazioni del Torrente Rosandra.
Altri sistemi prefrontali interessano diverse zone dell'Italia, in Campania una frana si distacca dal Monte Pendolo (versante interessato da incendi estivi) ed investe l'abitato di Gragnano con fiumi di acqua e fango.
Un nubifragio colpisce la città di Torre del Greco con fiumi d'acqua che travolgono auto in sosta.
L'aria fredda in entrata causa nevicate sulle Alpi che raggiungono anche quote insolite per il periodo (fino a 800 m di quota).
Il 13 settembre la tempesta si sposta sui Balcani e comincia a colpire in maniera pesante l'Europa centro-orientale.
Una spirale di precipitazioni risale dalla Grecia verso Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia dove il fronte occluso scarica fino a 100 mm in 24h.
Salgono i livelli dei fiumi Moldava e Morava.
Altre bande precipitative scorrono lungo l'Adriatico ed impattano sul Gargano, sui versanti settentrionali del promontorio cadono dai 70 ai 100 mm in 24h.
Sul Mar Tirreno vengono avvistate diverse trombe marine mentre forti mareggiate ed abbondanti piogge si abbattono tra la costa tirrenica ed i rilievi della Calabria, danni vengono riportati a San Lucido, a Paola ed a Nocera Terinese. Nelle aree interne cadono fino a 70 mm in 24h.
In serata forti nuclei precipitativi risalgono dalla Bulgaria verso la Romania con nubifragi tra Bacau e Galati (caduti tra 60 e 90 mm).
Intense nevicate interessano le Alpi Austriache, tra le località più colpite c'è Obertauern con oltre 50 cm di neve fresca.
La neve molto umida e la vegetazione non ancora spoglia creano diversi danni tra cui l'interruzione della linea ferroviaria dei Tauri tra Salisburgo e Carinzia.
Il 14 settembre il centro di bassa pressione resta piantato sui Balcani, la situazione resta cristallizzata per ore e le precipitazioni insistono sulle medesime aree.
Al mattino alcune aree tra Romania e Moldavia si ritrovano sotto l'acqua dopo l'uscita di fiumi e torrenti dai propri argini. L'area più colpita risulta quella di Galati (in particolare Pechea) dove l'acqua ha raggiunto l'altezza di 1,7 metri. Si contano 5 vittime e diversi dispersi.
Sempre in Romania più di 5.000 abitazioni sono state evacuate, strade bloccate in otto province.
Situazione critica nel Centro Europa con forti e persistenti precipitazioni, in 24 h cadono oltre 200 mm nell'area ad ovest di Vienna, tra San Poelten, Tulln e Lilienfeld ma cumulate oltre i 100 mm vengono rilevate in maniera diffusa su queste regioni.
Venti forti accompagnano le piogge con raffiche che raggiungono anche i 100 km/h nel centro di Vienna.
Crescono i livelli del Danubio mentre la situazione si fa pesante per il fiume Kamp che costringe all'evacuazione di diversi abitanti tra Schönberg am Kamp, Langenlois e Krems.
Cumulate di 150-170 mm vengono rilevate nell'area al confine tra Polonia e Repubblica Ceca con picchi oltre i 200 mm nell'area di Wisła, nel distretto di Cieszyn (Slesia).
Sempre in Polonia un forte tornado colpisce i villaggi di Boża Wola, Wierzchowiny, Kruszyna, Jeziorno e Urbanów, l'ESSL lo classificherà come IF2 sulla scala internazionale Fujita.
I livelli dei fiumi crescono velocemente con prime inondazioni nel bacino del fiume Oder, l'innalzamento del fiume Biala Glucholaska porta all'evacuazione della cittadina di Głuchołazy e chiusura di scuole nei comuni limitrofi.
I treni nella regione sono stati sospesi a causa di molteplici casi di erosione dei binari e alberi caduti.
Nevicate copiose continuano ad interessare le Alpi austriache, nella localita di Obertauern il manto di neve fresca sfiora il metro d'altezza.
Il 15 settembre le piogge continuano ad insistere, l'occlusione del vortice è ben visibile dai radar e dai satelliti, la situazione precipita velocemente.
Altri 100-150 mm cadono tra Polonia sud-occidentale, Repubblica Ceca e Austria.
Il primo ministro polacco dichiara lo stato di calamità naturale, oltre 2600 persone vengono evacuate.
Cedono le barriere anti-inondazione, le cittadine di Kłodzko e Nysa vengono travolte da fiumi d'acqua e fango.
L'acqua raggiunge i 150 cm di altezza nel centro di Kłodzko.
I danni più gravi vengono riportati nella cittadina di Głuchołazy invasa da furiose acque che travolgono ponti e vie del centro.
Le dighe di Międzygórze e di Stronie Śląskie straripano e grosse quantità d'acqua si riversano nei torrenti travolgendo villaggi e paesi posti a valle.
Sott'acqua anche la cittadina rurale di Czechowice-Dziedzice dove i livelli superano quelli dell'alluvione del 2010.
Inondazioni colpiscono anche la Repubblica Ceca, le città di Ostrava, Opava, Jeseník, Krnov e Mikulovice sono tra le più colpite.
Diverse ferrovie e strade sono state chiuse.
Inondazioni anche in Slovacchia nei bacini dei fiumi Kysuca e Myjava e nelle vallate dei Piccoli Carpazi.
Allagate alcune aree a nord di Bratislava tra i centri di Rohožník, Jablonica e Stupava.
In Austria diverse zone allagate, chiuse al traffico l'autostrada A1 tra St. Pölten e Vienna, dove l'acqua ha raggiunto il metro di altezza e l'A2 tra Mödling e Traiskirchen.
Interrotti tutti i collegamenti ferroviari tra Vienna e Linz e tra Vienna e Monaco.
A Vienna chiuse alcune linee della metropolitana mentre alcuni quartieri vengono interessati da inondazioni.
Una diga ha ceduto a Hadersdorf am Kamp dove le forze armate austriache mediante elicotteri Black Hawk hanno posizionato pesanti sacchi di sabbia e soccorso le persone intrappolate.
Situazione critica anche a Böheimkirchen dove molte persone restano intrappolate nelle proprie case, la città resta completamente isolata.
Inondazioni pure a Zwettl dove l'acqua ha raggiunto anche i 2 metri.
Sulle alte montagne dell'Austria la neve fresca ha superato i 150 cm, il limite delle nevicate si è alzato a 2000 metri.
Allerta anche a Dresda e nella Germania sud-orientale dove l'Elba ha raggiunto i 5 metri.
Il 16 settembre le precipitazioni più intense si spostano verso ovest, interessando anche la Germania orientale e lasciano le aree più martoriate dal maltempo.
Inondazioni investono anche le città polacche di Jelenia Góra e Wleń.
La diga del bacino Topol cede e costringe all'evacuazione immediata della cittadina di Paczkow.
Il livello del Danubio raggiunge i 920 cm a Bratislava con lievi straripamenti.
Diversi tratti stradali, inclusa l'autostrada D2 sono impraticabili a causa della quantità di acqua e di alberi caduti, interrotte le linee del tram.
Una nave da crociera sul Danubio, con 100 passeggeri a bordo, resta bloccata a Vienna.
Diversi villaggi e centri tra Galati,Vaslui e Iasi, nell'est della Romania, sono ancora invasi dall'acqua.
I livelli dei fiumi sono saliti anche in Germania tra gli affluenti dell'Oder e dell'Elba.
Il 17 settembre la tempesta si è placata, sulle zone alluvionate proseguono le operazioni di soccorso mentre l'attenzione cresce nelle zone a valle.
A Passau il Danubio sale a 8 metri e costringe la chiusura di strade e parcheggi mentre a Bratislava tocca un massimo di 9,7 metri.
In Ungheria vengono distribuiti 1 milione di sacchi di sabbia per prevenire eventuali inondazioni da parte del Danubio.
I treni tra Budapest e Vienna sono stati cancellati.
Circa 50-70.000 persone sono rimaste senza elettricità in Polonia, oltre 250.000 quelle in Repubblica Ceca.
A fine tempesta si contano (*bilancio provvisorio) 24 vittime:
Carta sinottica del 15 settembre 2024 (mezzanotte). | |
La frana scesa dal Monte Pendolo, Gragnano. | Alluvione nella cittadina di Žalec il 12 settembre -©I.Šalamun. |
La località montana di Obertauern (Austria) la sera del 12 settembre. | Cumulate del 12 settembre. |
Quadro sinottico con la depressione sui Balcani il giorno 13 settembre. | Cumulate del 13 settembre. |
Immagine radar del 14 settembre. | Cumulate del 14 settembre. |
L'area di Vaslui sommersa dall'acqua. | Inondazioni a Böheimkirchen, Bassa Austria. |
La città di Klodzko il 15 settembre. | Cumulate del 15 settembre. |
Fiume Bělá (Biala Glucholaska) in piena a Mikulovice, Repubblica Ceca. | Le aree allagate viste dal sat il 15 settembre - ©Copernicus Sentinel-1A. |
L'area di Czechowice-Dziedzice completamente inondata, Polonia. | La città di Glucholazy alluvionata. |
Il cedimento della diga Topol nei pressi di Paczkow, Polonia. | Il cedimento della diga a Stronie Śląskie, Polonia. |
I danni causati dalle inondazioni a Stronie Śląskie, Polonia. | La cittadina di Głubczyce (Polonia) dopo il passaggio della tempesta. |