Sezione Clima • Quadro generale • omlmeteo.it
SEZIONE CLIMA

Premessa

Questa sezione è formata da tre pagine che costituiscono un breve percorso descrittivo del quadro climatico della regione.

1. Clima della Basilicata • Quadro generale (il clima regionale molto semplificato)
2. Clima della Basilicata • Il territorio (breve descrizione delle sue caratteristiche)
3. Clima della Basilicata • Clima in dettaglio (analisi dei microclimi e particolarità locali)

I link sono disponibili a fondo dell'articolo.

Clima della Basilicata • Quadro generale

Quadro sintetico

La Basilicata è una regione piuttosto complessa dal punto di vista climatico.
La sua particolare posizione la rende l'unica regione della Penisola influenzata da tre mari: l'Adriatico a nord-est, il Tirreno a sud-ovest e lo Ionio a sud-est.


Mappa fisica della Basilicata

Questa particolarità insieme ad una complessa orografia del territorio, determinano un mosaico ricco di microclimi.
In pochi chilometri dalle rocciose coste tirreniche si raggiungono cime alte oltre 2.000 metri, dai rilievi interni appenninici si diramano vallate dalle svariate direttrici e rappresentano il corridoio per correnti e perturbazioni.

In linea di massima si può definire un clima prevalentemente temperato/freddo nelle aree interne ed uno più tipico mediterraneo in quelle costiere e di pianura.

Le temperature

L'andamento delle temperature è contraddistinto da forti escursioni, con estati molto calde e inverni rigidi.
Durante la stagione estiva le ondate di calore, prodotte dall'invadenza del promontorio anticiclonico sub-tropicale, possono spingere le temperature ben oltre i +40°C su pianure e colline interne mentre in quella invernale le irruzioni di aria fredda dall'Europa orientale, possono far scendere i termometri di diversi gradi sotto lo zero.
Nelle valli più interne, soggette all'irraggiamento, i valori si portano al di sotto dei -10°C con una certa frequenza durante la stagione fredda.

Il mese più caldo è in genere luglio mentre quello più freddo gennaio.

Le precipitazioni

La distribuzione stagionale delle piogge ha carattere tipicamente mediterraneo: in genere, circa il 35% delle precipitazioni è concentrato in inverno, il 30% in autunno, il 23% in primavera e solo il 12% durante l'estate.
I mesi con maggiore piovosità sono novembre e dicembre, quelli meno piovosi luglio ed agosto.
Le precipitazioni che cadono sul territorio sono fortemente influenzate dall'orografia, le cumulate più elevate si registrano sui settori tirrenici (circa 2000 mm medi annui) direttamente esposti alla circolazioni principale (da ovest) e calano rapidamente verso nord e verso est a causa dell'effetto barriera indotto dalla catena appenninica, i minori quantitativi si riscontrano sui settori jonici e nel nord materano (poco più di 500 mm medi annui).

Aree climatiche

In maniera superficiale si può dividere la Basilicata in quattro aree climatiche:

  • Vulture-Melfese (o nord regione)
  • Potentino interno (o zone interne appenniniche)
  • Materano-Metapontino (o versante jonico)
  • Lagonegrese (o versante tirrenico)

Questa prima suddivisione è già sufficiente nel determinare l'area più piovosa (il Lagonegrese), la meno piovosa e più calda (Materano-Metapontino), la più fredda (Potentino interno) ed una intermedia (Vulture-Melfese).

Configurazioni principali e relativi effetti

Peggioramento da nord-ovest con passaggio di un minimo alto (Rodanata alta)


Questa configurazione si verifica con maggiore frequenza ed in qualsiasi periodo dell'anno, è conseguenza di un'ondulazione del flusso perturbato che dalle alte latitudini, transita appena sotto la catena alpina.
La circolazione è prevalentemente da ovest e genera precipitazioni anche abbondanti sul versante tirrenico e su tutta l'area occidentale, il Materano invece resta schermato dalla catena appenninica.
D'inverno può portare molta neve alle quote medio/alte dell'Appennino e, con meno frequenza, anche a quelle più basse.

Peggioramento da ovest o nord-ovest con passaggio di un minimo basso sul Tirreno (Rodanata bassa)


Questa configurazione si verifica con buona frequenza, specie tra l'autunno e la primavera. E' caratterizzata da una saccatura di aria fredda in entrata sul Mediterraneo occidentale e conseguente richiamo d'aria mite ed umida verso le regioni meridionali.
Le correnti da sud-ovest (Libeccio) impattano sui rilievi producendo ingenti precipitazioni sul Lagonegrese, sul Pollino e sul Potentino occidentale. Tavolta il fronte precipitativo raggiunge anche le aree più interne e settentrionali ma con discontinuità e condizioni più variabili.
Sui versanti settentrionali soffiano forti venti di caduta che causano un deciso aumento delle temperature.
Anche d'inverno questa configurazione non è favorevole per nevicate, spesso la quota neve schizza ben oltre i 2000 metri.
Tavolta il peggioramento evolve con l'arrivo del fronte freddo, anticipato da linee instabili che producono fenomeni estesi su gran parte del territorio, il successivo calo delle temperature può portare a nevicate a quote più basse.

Peggioramento da nord con formazione di un minimo sullo Jonio


Questa configurazione è meno frequente delle precedenti ed avviene nei periodi più freddi.
E' legata all'irruzione di aria più fredda che entrando decisa dall'Adriatico, favorisce la formazione di un minimo depressionario sul mar Jonio.
In questo caso i versanti settentrionali sono i più esposti alle precipitazioni mentre il Lagonegrese resta riparato dai rilievi.
In inverno è causa di temperature basse (o gelide) e nevicate fino a quote molto basse.

Peggioramento da nord con formazione di un minimo sul Tirreno


Simile al precedente ma ancor più occasionale, questo peggioramento è frutto dell'ingresso di aria fredda retrograda dapprima sull'Alto-Medio Adriatico e poi sul mar Tirreno dove innesca una depressione. Quasi sempre il minimo trasla successivamente verso levante portandosi dietro l'aria fredda.
Le precipitazioni interessano le zone sud-occidentali e si propagano verso l'interno, in genere la curvatura ciclonica è abbasta chiusa e questo penalizza i settori jonici ed il Materano settentrionale.
Le maggiori nevicate a bassa quota sulle zone meridionali, avvengono con questo tipo di configurazione (es. 2005).

Peggioramento da sud con passaggio di un minimo sul Tirreno


Tipico del mese autunnale ma possibile anche tra inverno e primavera, questo peggioramento è caratterizzato dalla presenza di una bassa pressione sul Tirreno, alimentata da un deciso affondo meridiano di una saccatura ad ovest ed un pronunciato promontorio ad est.
Le correnti da sud (Ostro) producono precipitazioni su tutta l'area meridionale; in questo caso la barriera del Pollino protegge gran parte della regione (e non solo).
Le temperature subiscono un deciso rialzo ed i venti soffiano decisi sia sui settori tirrenici che su quelli jonici.

Peggioramento da sud con risalita di un minimo dallo Jonio al Tirreno (Sciroccata)


L'ultima configurazione è molto frequente in autunno ed interessa buona parte del territorio.
Quasi simile all'altra, si differenzia per la disposizione del minimo e delle relative correnti; infatti il centro di bassa pressione transita più ad est (dallo Jonio verso il Tirreno) oppure si origina sul Basso Tirreno con richiamo da sud-est (Scirocco).
I maggiori eventi alluvionali sono il prodotto di questa condizione sinottica.
Determina forti precipitazioni sul Metapontino e sulle colline interne del Materano ed in maniera meno intensa, anche sulle zone più interne dell'Appennino.
L'alta umidità è spesso causa di nebbie, la ventilazione è molto sostenuta e le temperature miti.

Per maggiori approfondimenti, nella sezione clima sono a disposizione pagine più dettagliate accessibili mediante i seguenti link: