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SEZIONE CLIMA

Clima della Basilicata • Clima in dettaglio

Individuazione dei microclimi

Dopo aver conosciuto meglio il territorio e la sua complessità orografica, determiniamo una suddivisione per caratteristiche climatiche ancora più netta rispetto a quella vista nella pagina precedente (la suddivisione è puramente legata a questioni climatiche).
Sintetizziamo il tutto nella seguente mappa:


Mappa con le aree divise per caratteristiche climatiche differenti.

Descrizione dei microclimi

Lagonegrese

L'area del Lagonegrese è fortemente caratterizzata dalla sua posizione a cavallo tra il Mar Tirreno e l'Appennino Lucano.
Questa zona include tutta la costa tirrenica, la valle del Noce, parte dell'Alta Val d'Agri, le alte valle del Sinni e del Serrapotamo, l'area ad ovest del Racanello e la valle del Mercure.
L'esposizione alle correnti umide occidentali e la presenza delle cime più elevate dell'Appennino Lucano rappresentano il giusto mix per lo sviluppo di forti precipitazioni.
Non a caso i maggiori quantitativi cadono proprio in quest'area, con valori di cumulata media che non scendono sotto i 1100 mm e raggiungono picchi superiori ai 2200 mm.
La conformazione del Golfo di Policastro gioca un ruolo fondamentale per l'intera area, alla quale si aggiunge l'orografia locale, contraddistinta da vallate disposte in modo longitudinale rispetto alle correnti perturbate e racchiuse da ripidi rilievi; la Valle del Noce e quella di Maratea (Valle del Fiumicello) creano una sorta di corridoio naturale attraverso il quale i nuclei precipitativi convergono fino a raggiungere le aree più interne.


Vediamo nel dettaglio questi due micro-effetti in presenza di correnti da sud-ovest (da Libeccio):

Attraverso la Valle di Maratea le umide correnti risalgono senza ostacoli il Passo Colla, il sollevamento forzato comporta un raffreddamento adiabatico e quindi una maggiore saturazione dell'aria che si traduce in un maggior rilascio di precipitazioni (effetto stau). Le aree prossime al passo ricevono intensi e duraturi rovesci ed è qui che viene rilevato un primo picco (Trecchina riceve tra i 1700 - 2000 mm annui).
La presenza dei rilievi del Sirino comporta un secondo sollevamento forzato che accentua nuovamente le precipitazioni sui versanti meridionali del massiccio.
Il quadrilatero racchiuso tra Trecchina-Rivello-Nemoli-Monte Sirino risulta il più piovoso dell'intera regione con cumulate medie annuali superiori ai 2000 mm.
Nelle aree periferiche l'effetto è meno acuto e le cumulate tendono a diminuire (Lagonegro riceve circa 1800 mm annui, Lauria circa 1600 mm).

Attraverso la bassa Valle del Noce e la Valle del Caffaro le umide correnti risalgono fino a svalicare in localita "Il cavallo", anche qui il sollevamento forzato induce un maggior rilascio di precipitazioni.
Tramite l'alta Valle del Sinni le correnti si incanalano nella Valle del Cogliandrino andando incontro ad un nuovo sollevamento indotto dai rilievi del Monte Raparo e del Monte Alpi.
Il quadrilatero tra Lago di Cogliandrino-Tempa del Conte-Monte Armizzone-Castelsaraceno, costituisce un secondo punto con cumulate medie annuali che sfiorano i 2000 mm.
Superata la linea dei rilievi, le masse d'aria si presentano più secche e le precipitazioni decrescono velocemente.


Il numero dei giorni di pioggia varia tra i 100 e 120 all'anno con un massimo durante i mesi invernali ed un minimo in quelli estivi ma la pioggia non manca anche in autunno ed in primavera.
Nel trimestre estivo le precipitazioni sono principalmente convettive.

Le brezze marine sono spesso causa di formazione di banchi di nebbia, non di rado il fenomeno si osserva anche nei mesi estivi.

Le precipitazioni nevose interessano prevalentemente le medie ed alte quote e cadono in maniera abbondante oltre i 1000 metri.
La configurazione ottimale con la quale si verificano forti episodi nevosi è contrassegnata da un'irruzione di aria gelida dalla Russia associata alla presenza di un minimo depressionario sul Tirreno.
Solo in presenza di aria molto gelida le nevicate si spingono a quote basse e solo occasionalmente raggiungono la costa tirrenica.

In inverno le temperature scendono spesso sotto lo zero nelle aree interne e nelle vallate più riparate mentre alle basse quote e lungo le coste, le escursioni termiche sono più contenute.
In estate le temperature sono mitigate dalle correnti marittime che si spingono anche verso l'interno, le massime sono contenute tra 25-30 °C e raramente raggiungono punte di 32-34 °C, tuttavia il tasso di umidità è più elevato.

Pollino

L'area del Pollino è racchiusa nel perimetro delimitato ad ovest dalla valle del Mercure, a nord da una retta che segue la valle del Sinni fino all'imbocco della diga di Monte Cotugno e prosegue verso est fino ad inglobare gli ultimi rilievi a sud di Nova Siri.
Per la sua posizione interposta tra i due mari: il Mar Tirreno ad ovest ed il Mar Jonio ad est, si possono distinguere la zona occidentale (Pollino tirrenico) e quella orientale (Pollino jonico).

Quella occidentale è più fredda e piovosa e risulta più affine al clima del Lagonegrese; con peggioramenti tirrenici le precipitazioni decrescono da ovest verso est interessando maggiormente l'area tra Rotonda, Viggianello e San Severino Lucano dove le cumulate annue oscillano tra i 1400 e 1600 mm.
Nel versante jonico invece il regime precipitativo è più irregolare, i maggiori quantitativi cadono in presenza di correnti orientali, tipiche delle basse pressioni sullo Jonio e tavolta possono portare ingenti accumuli in poche ore.
Tuttavia la dominanza della circolazione occidentale si riscontra anche nelle cumulate medie annue che su questi versanti si attestano tra gli 800 ed i 1200 mm.

Le precipitazioni nevose si concentrano per lo più al di sopra dei 1000 metri, occasionalmente raggiungono le quote più basse delle valli del Mercure, del Sinni e raramente quelle del Sarmento. Gli episodi nevosi vedono la presenza di una saccatura artica sul basso Mediterraneo associata ad una depressione che, a seconda della sua collocazione, favorisce l'uno o l'altro versante.

Sulle temperature l'altitudine gioca un ruolo fondamentale, le aree settentrionali e quelle orientali risultano le più calde, nelle vallate a quote più basse spesso si verificano forti escursioni dovute all'irraggiamento, nei mesi estivi si possono raggiungere anche valori di 35°C mentre in inverno la temperatura può scendere più volte al di sotto dello zero con diffuse gelate notturne.

Potentino occidentale

Quest'area ricade sul margine più occidentale della Basilicata, a ridosso del confine amministrativo con la regione Campania e comprende la Valle del Melandro, il versante orientale dei Monti della Maddalena, la testata dell'Agri, la catena montuosa con Volturino-Arioso-Pierfaone, l'intera valle del Platano, fino ai versanti meridionali del Monte Santa Croce.
La zona è maggiormente influenzata dalla relativa vicinanza al mar Tirreno, presenta una moderata piovosità ed anche porzioni a carattere continentale.

La parte più meridionale (lungo la valle del Melandro) e quella più settentrionale (racchiusa tra il Monte Paratiello-Monte Carrozzo) registrano le cumulate più elevate, dai 1200 mm ai 1500 mm mentre l'area centrale, compresa tra la bassa Valle del Platano e la confluenza tra la Fiumara di Muro -Fiumara di Avigliano -Fiumara di Picerno è quella meno piovosa; tra la località Bella-Muro e Baragiano Scalo la cumulata annua scende anche sotto i 1000 mm.
Le temperature mostrano moderate differenze, nei mesi più freddi le vallate, soggette all'irraggiamento notturno (sopratutto nella Valle del Melandro), scendono più volte sotto lo zero (anche al di sotto dei -10 °C); nei mesi più caldi invece la parte più bassa del Melandro e quella del Platano si scaldano più facilmente rispetto alle zone circostanti, con valori massimi che più volte superano +32 °C.
Le nebbie sono spesso frequenti nelle valli durante il semestre freddo.
Le nevicate interessano maggiormente le quote superiori ai 600 metri e raramente si spingono più in basso, quelle più copiose arrivano in presenza di una bassa pressione sul Tirreno legata ad aria molto fredda ed instabile.
Nevicate minori si presentano con irruzioni di aria gelida sull'Adriatico ed una blanda circolazione ciclonica, in tal caso la zona è interessata da nuclei instabili che dal Molise, si spingono verso le aree più interne, con la zona di Pescopagano maggiormente coinvolta. I fenomeni sono più scarsi in presenza di aria fredda associata ad una depressione jonica.

Potentino centrale

Il cuore centrale della regione, dai monti che circondano la città di Potenza, ai versanti nord dei M.Pierfaone-Arioso-Volturino, dalle vette delle Piccole Dolomiti Lucane, all'alta Val Saurina fino a lambire il Medio Basento e la Montagna Materana.
Questo "quadrilatero" possiamo definirlo come un ibrido.
La posizione centrale e la distanza maggiore dai mari incide molto sul clima di queste zone.
Le precipitazioni non sono abbondanti e decrescono rapidamente verso nord e verso est (700 mm).
Le condizioni variano molto in base alle correnti: la gran parte delle perturbazioni occidentali favorisce le zone sud-occidentali e meno quelle ad est, le perturbazioni da nord si fanno sentire maggiormente sui rilievi per via dello Stau mentre quelle orientali, tramite le aperture concesse dalle grandi valli, riescono a spingersi fino all'interno.
Le temperature risultano fredde nelle zone interne ed a ridosso dei rilievi più alti, qui l'irraggiamento porta nei mesi freddi a gelate diffuse mentre le zone ad est risultano più calde poichè maggiormente esposte alle correnti più miti provenienti dal Materano.
Le nebbie occasionalmente si presentano nei mesi invernali sulla Valle del Basento e sulla Val Camastra mentre su quelle più orientali fanno la loro comparsa sopratutto in autunno in presenza di umide correnti di Scirocco.
Le nevicate interessano spesso i rilievi e le alte colline durante le irruzioni più intense.

Vulture-Melfese

L'area più a nord che circonda il Monte Vulture, delimitata dalla valle dell'Ofanto, dai versanti settentrionali dei Monti Santa Croce-Caruso, dall'Alta valle del Bradano fino agli altipiani verso il confine pugliese.
Questa zona risente molto della vicinanza con l'Adriatico, presenta una modesta piovosità e contrasti termici tavolta pronunciati.
Le precipitazioni sono maggiori ad ovest e raggiungono un massimo nel territorio di Pescopagano (circa 1200 mm annui) mentre risultano minori a nord (lungo il confine pugliese) e ad est della valle del Bradano (circa 550 mm annui).
L'area occidentale è maggiormente coinvolta dalle perturbazioni tirreniche che qui giungono ancora cariche di umidità grazie al corridoio "Sele-Ofanto".
Anche in presenza di fronti provenienti da ovest o nord-ovest si notano sostanziali differenze, questi spesso risultano più produttivi sulle zone occidentali mentre tendono a "spezzarsi" o indebolirsi poco dopo aver superato la valle dell'Ofanto.
Le precipitazioni risultano spesso abbondanti in presenza di fronti occlusi e depressioni sullo Jonio con nuclei precipitativi provenienti dal vicino Adriatico.
In inverno tale configurazione sinottica se associata alla presenza di aria fredda, può portare nevicate anche a quote pianeggianti.
In particolare i settori nord-occidentali sono spesso interessati da una corrente al suolo che soffia dal Medio Adriatico, tale circolazione (di tipo orografica) è dovuta alla presenza del promontorio del Gargano che favorisce un minimo secondario sul Golfo di Manfredonia e porta l'aria più fredda presente su Abruzzo e Molise a spostarsi verso il Tavoliere ed il Nord Potentino.
Non a caso, per le basse quote, questa rappresenta la zona più nevosa della regione, spesso interessata anche dall'ASE (instabilità dovuta dal contrasto termico tra il mare Adriatico e gli strati più bassi dell'atmosfera).
Un particolare fenomeno locale che spesso si presenta con correnti settentrionali (Tramontana) è quello dell'ombra garganica.
Il già citato promontorio, seppur dalla modesta altezza, in condizioni relativamente perturbate ed in assenza di una depressione ben strutturata, funge da barriera proprio come l'Appennino ed assorbe i nuclei marittimi generati dall'Adriatico. In questo caso "l'ombra" generata, molto limitata e ben individuabile anche dalle immagini satellitari, è proiettata lungo la direttrice delle correnti.
Il Vulture-melfese ricade all'interno della sua ombra quando le correnti soffiano da Nord, i cieli si presentano sereni o poco nuvolosi mentre pochi chilometri ad ovest e ad est, le bande nuvolose possono scaricare anche ingenti precipitazioni.
Quando le correnti ruotano e presentano una direzione diversa, l'ombra interessa altre zone.
Nella stagione estiva possono verificarsi temporali anche piuttosto intensi, la piana di San Nicola di Melfi, la valle dell'Ofanto ed i Piani di Boreano sono le aree più soggette ad attività temporalesca.
Le temperature presentano una moderata escursione annua: d'estate si possono superare i +40 °C nelle aree di bassa collina e pianura mentre d'inverno si arriva anche sotto -10 °C nelle aree più interne.

Materano settentrionale

Racchiude tutta la Murgia Materana e l'area collinare che circonda il medio corso del Bradano, è delimitata a sud dal medio corso del Basento.
Relativamente lontana dai mari, questa zona presenta una modesta ed irregolare piovosità ed un clima piuttosto mite.
Schermata dall'Appennino, le precipitazioni cadono con maggiore frequenza ed intensità solo con le correnti sud-orientali (Scirocco) e l'area più ad est (il triangolo Matera-Miglionico-Montescaglioso) risulta la più piovosa, tavolta interessata da eventi alluvionali (vedi ottobre e dicembre 2013) in caso di precipitazioni insistenti in risalita dallo Jonio, mentre le zone più ad ovest rientrano tra le più secche dell'intera regione (la valle del Basentello).
Nel complesso le precipitazioni annue oscillano tra 450 e 600 mm.
In estate possono verificarsi temporali localmente anche intensi dopo lunghi periodi asciutti.

Durante le ondate di calore più intense le temperature raggiungono valori ben oltre i +40 °C, specie nelle valli assolate e poco arieggiate.
Nei mesi più freddi sono assai frequenti le nebbie mentre le nevicate raggiungono occasionalmente le colline più alte in occasione di ondate di gelo piuttosto intense.
Gli episodi nevosi più rilevanti si presentano con l'azione di un vortice depressionario sullo Jonio ed aria gelida che affluisce dai Balcani, in queste circostanze le temperature possono portarsi intorno o poco sotto dello zero. Altri episodi possono presentarsi in presenza di ASE ma con correnti disposte da nord o nord-est altrimenti l'ombra garganica ripiega verso quest'area.

Collina Materana

Area delimitata a nord dalla media valle del Basento, a sud dalla media Valle del Sinni e del Serrapotamo, ad est dalle ultime pendici prima della Piana Metapontina e ad ovest racchiusa dalle ultime asperità dell'Appnennino.
In alcuni aspetti presenta caratteristiche climatiche simili al Materano settentrionale, tuttavia la maggiore vicinanza all'Appennino e la maggiore altitudine determinano condizioni più piovose e relativamente più fredde di quest'ultima.
Le perturbazioni atlantiche riescono in parte a lambire le aree più prossime alla catena appenninica, specie nella parte più meridionale, sebbene anche qui le precipitazioni cadono prevalentemente in presenza di correnti orientali.
Per la disposizione orografica delle principali vallate e per la presenza dei rilievi alle spalle, le aree più interne ricevono quantitativi maggiori; mediamente cadono dai 600 mm ai 900 mm annui.
Nella stagione estiva possono verificarsi forti temporali alimentati da correnti nord-occidentali.
Le nebbie sono spesso presenti durante il semestre freddo.

Il clima è abbastanza mite specie sulle colline e pianure, nei mesi più caldi si possono raggiungere e superare i +40 °C e nei mesi più freddi la temperatura difficilmente scende sotto lo zero.
La neve si presenta con maggiore frequenza in prossimità dei rilievi mentre è molto più rara in collina e sulle pianure.
Anche qui gli eventi nevosi più significativi si manifestano in presenza di una bassa pressione sullo Jonio ed aria gelida proveniente dai Balcani. Altri episodi sono ancora più sporadici, possono presentarsi sottoforma di ASE che qui risulta meno produttivo considerata la distanza dall'Adriatico e la presenza dei rilievi murgiani che, in parte ne limitano l'intensità.

Metapontino

Comprende la Piana di Metaponto, l'area collinare a ridosso di questa e la costa jonica.
Il clima è prettamente di tipo mediterraneo, con estati calde e secche e inverni miti e piovosi.
Le precipitazioni si concentrano per lo più nella stagione invernale e risultano molto scarse: mediamente cadono circa 500 mm.
Le perturbazioni arrivano prevalentemente dallo Jonio ed in alcuni casi possono persistere con grande intensità provocando alluvioni, come avvennuto nel lontano 1959, il 1 marzo del 2011, nell'ottobre e nel dicembre del 2013.
In estate possono sopraggiungere temporali in discesa dall'Appennino e risultare anche molto intensi in cocomitanza con acque superficiali marine dalle forti anomalie, negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dei fenomeni violenti con grandinate distruttive.

Le temperature risentono delle brezze marine, in inverno si assestano tra 3 °C e 12 °C, in estate tra 19 °C e 32 °C. Quando i venti soffiano dall'entroterra i valori possono schizzare fino a sfiorare i 40°C.
Nelle colline adiacenti, il caldo estivo è più accentuato, mentre l'inverno presenta temperature medie più basse ma che raramente scendono al di sotto dello zero.
La neve raramente raggiunge le colline mentre per la costa è un evento più unico che raro.